In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
(Mt. 5, 1-12)
LA CHIESA DEI PIEDI …
La solennità di Tutti i Santi, celebra la Chiesa nel suo massimo splendore, quando oscilla tra la precarietà umana e la bellezza delle cose ultime. E’ una strana famiglia fatta di uomini e donne che camminano senza stancarsi per una vita migliore in terra e non si defilano nel preparare per tutti la strada verso il cielo.
E’ la festa della chiesa che crede nel presente come nel futuro e non lascia nulla cadere nel vuoto.
E’ la Chiesa che cammina “a piedi nudi” perché si fa povera con i poveri, s’immedesima nelle vicende umane e sa stare al fianco di chi ha perduto tutto.
E’ la Chiesa che cammina “a piedi uniti” perché vuol mostrare il suo disappunto con chi fabbrica armi e li vende ai meno fortunati nel nome di una pace che non dev’essere mai raggiunta, quella chiesa che non condivide la produzione dell’industria italiana delle armi che è una delle più fiorenti: siamo all’ottavo posto al mondo per armi pesanti e al secondo posto per le armi leggere, le più pericolose, le più letali; le esportiamo in Nigeria, Libia, Sudan, Uganda, Congo, Sudafrica, Tunisia e in parecchie di queste nazioni i diritti umani sono violati e calpestati come in Congo dove la guerra è costata la vita a quattro milioni di persone e non è ancora finita.
E’ la Chiesa che cammina “a ritroso”, non per proporre il passo dei gamberi, ma per guardare meglio in faccia le anomalie e le discriminazioni che sono fatte nei confronti delle donne violentate, maltrattate, sfruttate e mercificate.
E’ la Chiesa che cammina “senza bende e paraocchi” per guardare Dio nella bellezza del creato e non appoggiare la logica di chi continua ad inquinare l’aria di microparticelle e ad avvelenare le nostre acque marine ritenendole depositi di materiale radioattivo.
E’ soprattutto la Chiesa di tutti coloro che non si stancano di amare gli altri e di costruire un mondo migliore fatto di attenzioni e di preoccupazioni. E’ la Chiesa dei cristiani dai piedi incalliti che non si ferma dal podologo, ma prosegue in salita verso il Signore che attende tutti insieme per servirli con amore.
Il Direttore
Don Antonio Ruccia