PER … DONATI E TENTATI – Domenica 21 Gennaio 2010

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,1-13)

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.


Il cammino quaresimale comincia sempre per ogni cristiano e per ogni singola comunità con una gran voglia di migliorarsi su tutti i fronti. Le moltiplicazioni delle iniziative sembrano essere la svolta decisiva per vivere fin dai primi giorni della quaresima il tempo propizio per iniziare una nuova strada. Ma …  alla fine sembra ci si accontenti solo di moltiplicare le iniziative e di riflettere poco su quello che la Parola ci indica.

Perché anche Gesù, nel suo peregrinare finisce per essere tentato e deve vincere le sue stesse resistenze per arrivare fin sul ciglio del Calvario? La risposta sta nella stessa domanda. Gesù ci invita ad essere cristiani e soprattutto comunità che sanno superare le logiche dell’accumulo, dell’egoismo, del potere, della sottomissione, della logica della supremazia e del sentirsi a tutti i costi arrivati. Con la quaresima siamo invitati ad operare scelte che vanno nell’esatto contrario, per essere pronti ad operare per una società della solidarietà, dell’amore, della fraternità, dell’equa distribuzione dei beni, dell’eticità e della proposta di promozione umana.

Dobbiamo imparare ad essere una chiesa della bellezza e non una chiesa che usa la logica del lifting. Non dobbiamo “tirare” i  nostri programmi pastorali puntando ad un’evangelizzazione del contenimento e del rifacimento. Dobbiamo imparare ad essere profetici e veri per superare la tentazione di essere una comunità di sfaccendati che stanno a guardare alla finestra ciò che potrebbe succedere.

Tutto ciò richiede una forza interiore, un confronto quotidiano e assiduo con la Parola, una liturgia più coinvolgente e una dimensione caritativa più efficace. Dobbiamo non solo per … donare, ma anche donare vita e proposte di rinnovamento.

La chiesa del lifting è carnevalesca, quella quaresimale si costruisce sulle rughe di chi cammina per indicare a tutti che Gesù è attento a ciascuno e non dimentica nessuno.

Il Direttore

Don Antonio Ruccia

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