UN PAPA’ PREOCCUPATO PER TUTTI – Domenica 25 Luglio 2010


Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,1-13)

http://www.lachiesa.it/liturgia/allegati/icone/CO170.jpgGesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

UN PAPA’ PREOCCUPATO  PER TUTTI

Spesso ci si preoccupa per i vicini o in taluni casi solo di chi ha urgenza. Ma avere un Dio come Padre che si preoccupa di tutti, significa essere fortunati.

Il nostro Dio è un papà preoccupato e non dimentica nessuno, né l’amico che a mezzanotte gli chiede tre pani, né chi gli domanda un pesce. E’ un papà che assicura il cibo ed è sempre pronto al perdono. Tutto ciò non è una preoccupazione momentanea. Al contrario il Papà del cielo cerca in tutti i modi di non far mancare ad alcuno quello che a lui serve. Non dimentica e programma certamente qualcosa che ai figli risulta essere impellente.

La comunità ecclesiale oggi non può non far sentire la sua voce e soprattutto non deve far mancare la sua presenza di fronte alle esigenze che la società le chiede e deve sentirsi collaboratrice di un’evangelizzazione in cui la promozione umana deve essere parte integrante delle sue scelte e delle sue azioni.

Se pensiamo che nel nostro Sud d’Italia una famiglia su cinque vive sulla soglia della povertà o addirittura è precipitata verso il baratro, ci accorgiamo che dobbiamo proporre un’evangelizzazione che conduca a scelte concrete di vita nuova.

Non basta essere attivi nel dispensare cibo nelle nostre mense o donare vestiario in esubero che a volte risulta superfluo nei nostri armadi, ma è fondamentale cercare di programmare come uscire dalle sacche della povertà. Il lavoro non è qualcosa di superficiale, ma è un’esigenza fondamentale per creare una società migliore.

Il futuro non si costruisce con le buone intenzioni e la carità non si può ridurre al semplice assistenzialismo. Oggi abbiamo necessità di comunità attive che si preoccupano di ciascuno e danno spazio a tutti per non far mancare ad alcuno ciò di cui hanno bisogno. Il regno di Dio non è una questione di cibo o di bevanda, ma è una promozione integrale della persona.

Il Direttore

Don Antonio Ruccia

Web developer Giovanni Caputo