Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
UN POPOLO SALVATO ED INVIATO: LA COMUNITA’ IN RELAZIONE
Gesù si reca al fiume Giordano per farsi battezzare da Giovanni come un uomo qualunque, un ebreo bisognoso di riconciliazione e di tornare a rapportarsi con Dio. Si comprende come, riconosciuto Gesù, Giovanni abbia reagito a questo suo compararsi ai peccatori. La risposta di Gesù è categorica: conviene che adempiamo ogni giustizia.
Cosa s’intende per giustizia? Una specie di legislazione in cui consultare le norme a cui fare riferimento per un comportamento corretto e un’azione esplicativa di norme “volute dall’alto”? Infatti, spesso la scelta di Gesù è confusa proprio con questo concetto. La proposta evangelica e la sua concretizzazione sono ritenute norme da espletare.
Gesù, entrando nell’acqua, inaugura i tempi nuovi dell’umanità. Entra in relazione con l’umanità e soprattutto cancella il peccato che si annida nel cuore di ognuno. Nasce così una comunità nuova che individualmente è chiamata ad uscire dalla logica del peccato, ma nello stesso tempo ad operare in solidarietà con gli uomini e le donne che operano nella storia.
Nasce “in fieri” la chiesa come comunità in relazione. Il suo rapportarsi a Dio e incarnarsi nella storia sono gli elementi indispensabili per poter operare e realizzare la giustizia. Una comunità in relazione che attraverso l’ascolto della Parola, della celebrazione comunitaria dell’Eucarestia e della messa in pratica dell’agape con una progettualità di tutti, opta per le vie della pace, del dialogo, del rinnovamento solidarizzando con gli uomini e scartando ogni tipo di integralismo, separatismo e tradizionalismo.
La comunità in relazione è quella della nuova evangelizzazione che non dipende né dall’arte retorica dei predicatori accattivanti, né dai tanti prudenti pastori che cercano di rimandare quotidiamanete le decisioni. La comunità in relazione della nuova evangelizzazione si realizza attraverso la fecondità della sofferenza, la comunione e la passione che Gesù ha mostrato nei confronti del Padre e nella dimensione di amore verso il popolo.
Il Direttore
Don Antonio Ruccia