Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
UNA COMUNITA’ LIBERA E INTRAPRENDENTE
La reazione immediata da parte di Maria dopo l’annuncio dell’angelo nella sua dimora di Nazaret, conducono la giovane fanciulla a mettersi in cammino per raggiungere celermente la sua cugina al nord della Palestina. Maria a rischio della propria vita va attraverso la Samaria. Sappiamo che tra Samaritani e Giudei c’era una grande rivalità, e intraprende un viaggio pericoloso. Per Maria il desiderio di comunicare vita – perché di questo si tratta -alla parente in Giudea è più forte della propria sicurezza. Ecco perché Maria parte senza indugio.
Luca, attraverso questa descrizione, ci indica un nuovo spaccato di vita e delinea Maria, come una donna libera, indipendente, non sottomessa al patriarcato dell’epoca: una donna che mette a rischio la propria vita pur di comunicarla a chi ne ha bisogno.
E’ questa la prima immagine che non può lasciarci indifferenti: è la chiesa del pellegrinaggio. Una chiesa non di torpedoni e di leccornie preparati per l’occasione, ma pronta a cogliere l’immediato e l’urgente. Una chiesa libera che sa anche mettere a rischio se stessa pur di annunziare il Cristo. E’ una chiara presa di posizione che non intende lasciare quanti necessitano di scoprire l’importanza di un avvenimento particolare, atto a cambiare il volto della storia.
Elisabetta dal canto suo esprime un’esperienza di fede radicata, ma poco incline ad uscire dalla sua casa. E’ la fede di tanti rinchiusi nelle proprie realtà ma non reticenti ad accogliere gli inviti del Signore. Maria, la invita ad uscire dall’isolamento e a proiettarsi nella dimensione del dono da affidare al mondo.
Questa è la comunità del Natale. Maria ci invita a camminare e ad essere intraprendenti per non dimenticare che c’è sempre qualcuno da incontrare; un ammalato da visitare; un povero da aiutare; un uomo da evangelizzare.
La chiesa del Natale è una comunità di fede in cammino che sconfigge le sterilità e non rallenta i suoi passi. La comunità di fede è una chiesa senza zavorre e soprattutto senza reticenze di annunzi.
Il direttore
Don Antonio Ruccia