XIX GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE

Il 21 marzo dal 1996 si svolge la giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le Vittime innocenti di tutte le mafie. Questa iniziativa, che purtroppo non è ancora stata istituzionalmente riconosciuta, ha preso vita grazie all’opera dall’ associazione Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie.  Libera nasce nel  marzo 1995 con l’intento di sensibilizzare e sollecitare la società civile nel  contrasto alle mafie. Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è stato scelto come giorno simbolo di speranza,che scalda gli animi, le coscienze, che si rinnovano e si stringono proprio in questo giorno attorno ai famigliari delle vittime. Il 21 marzo scorso Papa Francesco con  don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha  incontrato nella chiesa di San Gregorio VII  a Roma i famigliari delle vittime di mafia. In chiesa i famigliari hanno letto i nomi di tutte le  vittime innocenti di cui si ha cognizione, dopo il Papa ha rivolto un appello speciale agli attori e alle attrici della criminalità: << Devo dire una parola ai grandi protagonisti assenti oggi, gli uomini e le donne mafiose; per favore cambiate vita per non finire all’inferno. Convertitevi, fermatevi dal fare del male, noi preghiamo per voi, convertitevi. Ve lo chiedo in ginocchio, ve lo chiedo per il vostro bene. Questa vita che fate adesso non vi darà gioia>>. Dopo Don Luigi Ciotti ha voluto ricordare il bisogno e il desiderio di giustizia e verità che deve essere proprio della società civile, e che caratterizza in particolar modo il 70 per cento dei famigliari che non conosce la verità su quel che è accaduto ai  loro cari  o la conosce solo in parte. <<Tutte vittime innocenti, dei quali vogliamo ricordare il nome: un lungo elenco di 842 vittime – ha detto don Ciotti – che si apre con Notarbartolo ucciso nell’800 e si chiude con i due bambini uccisi in queste settimane il piccolo Cocò e l’altro giorno Domenico. Ma ci sono 80 bambini in quest’elenco. Ci sono persone che si sono trovate casualmente in mezzo a una sparatoria e tanti giusti, persone libere che non si sono volute piegare. Le ricordiamo tutte perché lo spirito di giustizia e verità è  ancora vivo. Chi perde la vita per la giustizia e la verità dona vita, è lui stesso vita>>.                                                                                                          

Il giorno seguente 22 marzo, Latina, scelta quest’anno per la XIX Giornata  della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata da Libera e Avviso Pubblico, si è riempita di giovani,studenti, famiglie e bambini cittadini che hanno preso parte alla grande manifestazione per stringersi intorno ai familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata, tutti uniti dal comune sentimento di giustizia e di legalità. Il lungo corteo ha sfilato per la città fino a Piazza del Popolo per il momento più importante della giornata : la lettura dei nomi delle vittime innocenti con gli interventi dei relatori e il saluto di Don Ciotti. In piazza Don Ciotti si è rivolto alle istituzioni chiedendo: << che la politica decreti per legge il 21 marzo come Giornata nazionale per le vittime di tutte le mafie: le sveglie delle nostre coscienze sono loro, che sono caduti per la legalità e per la giustizia – ha aggiunto don Ciotti – Per vivere ci vuole coraggio, non perché la vita sia difficile o spaventosa: ci vuole coraggio perché così la vita è più vera>>.                                  Il corteo brulicava di giovani che si sono uniti alla voce dei famigliari per chiedere giustizia e verità per rompere il muro dell’omertà per far rinascere la nostra società, per renderla migliore, giusta, degna di essere vissuta senza paura. Tutti dobbiamo sentirci chiamati ad esercitare attivamente la memoria, memoria che porti la società ad un inversione repentina di marcia,che porti la società a non essere più statica e impassibile di fronte a determinate situazioni, ma memoria che ci renda consapevoli di quello che è accaduto e che purtroppo accade e che ci spinga ad opporci tutti insieme alla criminalità; perché come ha detto Don Ciotti a Latina la criminalità non è solo un problema delle forze dell’ordine e quindi non è risolvibile solo grazie a loro, ma è un problema economico, sociale e culturale che deve coinvolgere tutti i cittadini in modo attivo.

 

Giovanna Servedio

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