Da Caritas aiuti e nuovo appello al dialogo.
In Sud Sudan è in atto un nuovo, drammatico genocidio. Sotto gli occhi attoniti e inermi dell’Unione Africana, delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, si sta compiendo una strage di civili innocenti, vittime degli scontri tra Governo e milizie ribelli e delle uccisioni motivate dall’appartenenza etnica, realizzate “casa per casa”. Donne e bambini sono trascinati fuori dalle loro capanne e dalle scuole, e uccisi. Le radio locali trasmettono messaggi di incitamento all’odio etnico, incoraggiando uccisioni e stupri di massa.
Il conflitto, iniziato a dicembre per una “lotta di potere” tra il Presidente Salva Kiir e l’ex vice Presidente Riek Machar, è sfociato velocemente in una guerra tra i due principali gruppi etnici: i Dinka (cui appartiene il Presidente Kiir) e i Nuer (del leader dei ribelli Machar). In pochi mesi sono morte decine di migliaia di persone, quasi 1 milione sono state costrette alla fuga.
Al momento secondo il rapporto delle Nazioni Unite risultano impiegati in Sud Sudan oltre 9.000 bambini soldato, sia dalla parte dei ribelli che nell’esercito governativo, e l’uccisione di civili su base etnica è la più alta al mondo.
Con l’inizio della stagione delle piogge, che impedisce gli spostamenti nel Paese, e i combattimenti tuttora in corso, si fa sempre più concreto il rischio della più grave carestia del continente africano.
Continuano al contempo gli scontri nella Repubblica del Sudan, in particolare nelle regioni del Darfur e dei Monti Nuba. Il 1 maggio aerei militari di Khartoum hanno bombardato l’ospedale cattolico Mother of Mercy, che fornisce cure e assistenza a oltre 150.000 pazienti l’anno, in una regione fortemente colpita dalla guerra. Il Vescovo emerito di El Obeid ha lanciato un forte appello a “risparmiare le vite dei civili innocenti, che non hanno nulla a che fare con il conflitto. L’attacco ai pazienti ricoverati negli ospedali è una violazione dei basilari principi umanitari, e della sacralità della vita umana”.
Caritas Italiana – che ha sempre rilanciato con forza gli appelli al dialogo – è impegnata, insieme alla rete Caritas, nella risposta all’emergenza, offrendo sostegno ai profughi e agli sfollati e provvedendo a cibo, acqua e servizi essenziali in Sud Sudan, in Darfur e nei Monti Nuba. Negli ultimi anni Caritas Italiana ha sostenuto nella regione anche progetti di sviluppo agricolo e sicurezza alimentare, promozione dei diritti, pace e riconciliazione, progetti sanitari e di educazione e progetti di assistenza all’infanzia. Solo nel 2013 sono stati realizzati interventi per circa 300.000 euro.