Giornata del rifugiato

20 giugno 2019

Giornata Mondiale del Rifugiato.

A 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, l’Europa si trova nuovamente a interrogarsi sulla relazione tra frontiere e conflitto.

Oggi l’Europa è nuovamente percorsa da muri, per un totale di quasi mille chilometri, sei volte la lunghezza del muro di Berlino.

Se non si conosce il numero esatto delle persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino ovest – alcune fonti ufficiali parlano di almeno 133 vittime, altre si spingono a più di duecento – si stima che siano più di 30.000 le persone che dal 1990 hanno perso la vita, cercando di raggiungere l’Europa via mare o via terra.

Il costo umano delle barriere, sempre più lunghe e numerose in un’unione Europea nata per abbatterle, continua a essere alto.
“Coloro che costruiscono muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito”, ha commentato recentemente Papa Francesco.

I muri apparentemente rispondono alle esigenze di una società sempre più impaurita e insicura, rafforzando il confine esterno per far fronte a possibili minacce e comunicando un’idea di sicurezza e inviolabilità del “nostro” territorio.
In realtà, sottraendo spazio e occasione all’incontro e alla conoscenza, si moltiplicano le incomprensioni, gli attriti, i conflitti e la violenza.

Soprattutto i muri impediscono di alzare lo sguardo, di vedere e di sentire cosa succede nel mondo. Non consentono di sognare insieme un futuro possibile, di immaginare una realtà di opportunità e di pace.
Limitano la libertà di tutti, invitano a ripiegarsi in un atteggiamento di diffidenza e chiusura.

Come Caritas diocesana di Bari-Bitonto auspichiamo che questa giornata dia ancora di più l’occasione di pensare in maniera collettiva dinanzi a tragedie che colpiscono tanti nostri fratelli e sorelle di ogni età.

E proprio il riconoscere questa fraternità ci pare un obiettivo da non non mettere in discussione.

Web developer Giovanni Caputo