Cari confratelli,
prima della pausa estiva ma, soprattutto, in vista, anche, del nuovo anno pastorale, vorrei
fraternamente condividere alcune suggestioni alla luce dell’ascolto e accompagnamento di diverse
persone e nuclei familiari che abitualmente vivono in stato di bisogno acuitosi, oltremisura, in questi
mesi dalla pandemia e delle esperienze di quanti, come operatori e volontari, si pongono al loro
fianco.
Assieme alle giuste preoccupazioni che come pastori condividiamo relativamente alla dimensione liturgica e catechistica spero non venga meno l’attenzione caritativa che ci ha visti impegnati anche nel tempo dell’emergenza e che sicuramente ci chiederà di riposizionarci in maniera nuova anche dal prossimo autunno.
Vi sottopongo, dunque, alcune attenzioni da tenere a mente che potrebbero essere oggetto di riflessione personale e anche comunitaria anche in vista di un nuovo slancio da dare alle Caritas parrocchiali:
I centri di ascolto sempre più siano non (solo) luoghi di distribuzione di alimenti ma spazi e
luoghi in cui la gente che ne ha bisogno, in maniera dignitosa, possa essere accolta e ascoltata. Dall’esperienza di ascolto telefonico e non solo è emersa la presenza di un forte disagio
psicologico e la fatica di molti di saper chiedere aiuto. Chiedo la cortesia che nei centri di
ascolto possiate inserire nuove persone, anche più giovani, magari qualche professionista
che, in maniera gratuita, sappia sostenere anche problemi specifici. Laddove possibile, inoltre, vi invito a coinvolgere sempre di più i servizi sociali del territorio perché solo un approccio sinergico e coordinato può contribuire a rispondere in maniera efficace ai bisogni.
“Attenzionare” quelle situazioni particolari che potrebbero scivolare in persone e luoghi sbagliati. Da più parti e diversi esperti ci stanno mettendo in guardia dal rischio di infiltrazioni
mafiose sui territori. La mancanza di denaro è il vuoto su cui lavora la mafia che punterà a
consolidare il suo consenso attraverso forme di assistenzialismo anche con l’elargizione di
prestiti.
Non a caso la Fondazione Antiusura registra un notevole aumento di usurai che quasi presidiando i nostri territori si presentano come “benefattori” di tante famiglie e piccole e medie
imprese che fanno fatica ad andare avanti. Sarebbe forse il caso di pensare a momenti di
sensibilizzazione all’interno delle nostre comunità durante i quali invitare i cittadini a ricorrere a forme di credito lecite e legali in caso di difficoltà economiche.
Nel periodo del lockdown si è registrata complessivamente in quasi tutti i comuni della nostra Arcidiocesi una buona collaborazione tra Istituzioni-Comunità parrocchiali-associazioni, privato sociale e società civile. Invito a non disperdere tale occasione, a capitalizzare quanto di buono fatto finora e a programmare azioni che, come già detto in precedenza, rafforzano la sussidiarietà circolare.
Si è registrato in più realtà un buon numero di nuovi volontari. Offriamo la possibilità a queste persone di non rimanere ai margini della vita comunitaria ma, anzi, di conoscerla e magari di poter vivere una esperienza più ampia. Anche la formazione che la Caritas diocesana offrirà nel nuovo anno pastorale potrà costituire un valido e complementare contributo alla crescita dei nuovi volontari ma anche un riposizionamento di quanti lo fanno da sempre. Certamentenche la pandemia deve cambiare alcune impostazioni. Sulla formazione non possiamo permetterci sconti!
“Fare bene il bene” è il motto che deve accompagnare ciascun volontario. Auspico che all’interno dei consigli pastorali e nello scambio tra parrocchie dello stessopaese/vicaria possano maturare sguardi più ampi che non ci facciano perdere mai di vista chi fa più fatica.
Augurandovi un buon tempo estivo vi saluto fraternamente anche a nome di Michela e Vito e dei diversi collaboratori della Caritas diocesana.
Bari, 31 luglio 2020
Il Direttore della Caritas Diocesana
d. Vito Piccinonna